Coprogettazione: la rivoluzione della filiera dell’edilizia smart
Parlando di marketing di settore è oramai qualche tempo che il concetto di filiera è stato accantonato e surclassato da quello di network. Si è passati, insomma, dall’idea che il processo fosse una sequenza diacronica di azioni di soggetti diversi, a quello di cooperazione sincronica.
In altri termini, si è passati dalla sequenza lineare punto punto, a quella reticolare del network. Se applichiamo questo principio al mondo della progettazione edilizia e, quindi, impiantistica, ci accorgiamo che sta avvenendo qualche cosa di molto simile, soprattutto grazie all’introduzione del BIM (Building Information Modeling) e del BMS (Building Management System).
Come spiega l’arch. Pasquale Iacovone, Consigliere dell’ordine degli architetti di Bari e BIM specialist: «Il BIM è una realtà già consolidata per chi organizza le proprie attività lavorative e quelle dei collaboratori attraverso metodi manageriali per efficientare i processi. Attraverso la normativa di standardizzazione italiana UNI 11337 “Codificazione dei prodotti e dei processi costruttivi in edilizia” si stabiliscono in modo univoco l’identificazione dei soggetti coinvolti, gli elementi costruttivi e le azioni compiute dalla filiera delle costruzioni. Perciò, con un linguaggio unificato, si organizza l’intero processo, facilitando lo scambio delle informazioni e la cooperazione».
Un approccio sistemico che obbliga tutta la filiera a dotarsi di competenze di base analoghe, al fine di dialogare in tempo reale, per arrivare a simulare un risultato e a misurarlo nelle sue performance (per esempio energetiche) prima dell’allestimento del cantiere.
Questo tema dell’integrazione tra le professioni, del linguaggio comune, dell’evoluzione delle competenze che vanno dal progettista, al direttore lavori, per coinvolgere tutti i diversi specialisti dei singoli settori, sarà uno dei focus di SMART BUILDING EXPO 2021, perché costituisce il grande tema dell’impiantistica 4.0. L’esito finale di un edificio ad elevate prestazioni, quindi smart, ma non di meno sostenibile, è infatti il combinato disposto di saperi diversi che, grazie alle nuove tecnologie, oggi possono uscire dalla logica dei capitolati rigidi ed integrarsi fin dai primi passi dell’elaborazione dell’idea progettuale. L’esito è sempre più quello di un’opera veramente corale, quindi, che ha come obiettivo ultimo anche l’industrializzazione della filiera delle costruzioni, dal momento che, secondo questi principi, il cantiere sarà sempre più una fase di assemblaggio, più che di costruzione in senso classico.
“Per innescare nuovi processi di innovazione nell’ambito dell’edilizia 4.0 – dichiara Antonio Stragapede, vicepresidente del Distretto Edilizia Sostenibile – è opportuno creare un’operativa sinergia tra costruttori, in grado di definire un modello prestazionale condiviso a cui fare riferimento. Inoltre, il futuro dell’edilizia 4.0 dovrà basarsi su tre pilastri fondamentali: i costruttori, in primis, per tracciare appunto le linee guida, poi le aziende di componenti, per ottimizzare i loro prodotti, e la ricerca”.