Se l’integrazione diventa la priorità

Il digitale e l’integrazione di sistemi sta cambiando i connotati del panorama fieristico. Sembra un’affermazione apodittica, in realtà è una semplice constatazione.

Per decenni abbiamo accarezzato il mito dell’iperspecializzazione, frammentando il mercato in tanti silos che, fin dall’immagine, evocavano separazione, mancanza di comunicazione, apparente autosufficienza. La stessa formazione si è allineata alla richiesta del mercato, promuovendo figure professionali che sapevano tutto di un particolare aspetto del problema ma, quasi sempre, perdevano di vista il tutto, smarrendo persino il senso di ciò che facevano e, per molti versi, anche la responsabilità.
Era come aver improvvisamente ricostruito la Torre di Babele, con una moltitudine di addetti ai lavori che parlavano lingue diverse e non comunicavano più.
Una lingua comune, quasi senza accorgersene, l’abbiamo recuperata con la rivoluzione digitale. Dall’avvento del linguaggio binario è emersa l’esigenza di integrazione dei diversi sistemi, ovvero ciò che oggi caratterizza l’ecosistema di qualsiasi ambiente complesso. Per certi versi l’integrazione è diventata molto velocemente più importante dei singoli elementi del sistema a cui sovrintende.

Questo ha cambiato anche l’approccio a quelle che un tempo si chiamavano “Fiere” e per le quali, oggi, probabilmente, dovremo far appello al vocabolario per definirle diversamente, dal momento che sono diventate anzitutto il luogo in cui si sperimenta l’integrazione, ovvero, dei grandi laboratori a cui partecipano intere filiere.
Una risposta a questa esigenza è MIBA, che non a caso non ha nel suo acronimo alcun accenno alla fiera, ma parla di “alleanza”. Ma Alleanza per fare che cosa e perché, quindi?

Alleanza per rappresentare il concetto di integrazione che sta alla base dell’edificio moderno, dove interagiscono virtuosamente involucro e impianti, mirando con determinazione all’efficienza e all’innovazione. Alleanza perché nessuno può pensare di costruire una rappresentazione così complessa da solo e perché esclusivamente la vicinanza fisica degli addetti dei diversi ambiti può generare quel cortocircuito positivo e dare vita ad una integrazione necessaria, indispensabile, creando una vera community professionale.

La sfida è di quelle da far tremare i polsi, perché abbiamo messo in gioco alcuni eventi di successo per crearne uno nuovo, concettualmente nuovo e infinitamente più aperto al futuro.

Questa è la nostra sfida, questo è quello che abbiamo già lanciato con successo nel 2023 e a cui stiamo lavorando da oltre un anno per affinarlo, migliorarlo, aprirlo ad un panorama sempre più europeo come ci impone l’essere a Milano, una delle capitali continentali dell’innovazione.
A Milano, a novembre, la sfida è quella di spogliarci di una veste che ormai sta stretta a tutti, e di abbracciare una visione più ampia, più proiettata nel futuro, più “necessaria”; ovvero in grade di farci capire cosa stiamo facendo e perché.


MIBA è la nuova creatura di Fiera Milano. Nasce dall’Alleanza tra quattro fiere complementari come GEE, MADE EXPO, SMART BUILDING EXPO e SICUREZZA. Il focus principale è l’attuazione della direttiva europea sulle case green (EPBD4), per la quale vuole andare a rappresentare un evento di riferimento a livello europeo. A sostegno di questa ambizione stanno i numeri della prima edizione: nel 2023, infatti, MIBA ha totalizzato oltre 1350 espositori, 80 mila visitatori professionali provenienti da 111 Paesi.

 

Luca Baldin

 

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