L’importanza della certificazione

A leggere i dati ISTAT sul patrimonio costruito italiano, si scopre, senza tante sorprese, che la maggior parte degli edifici oggi esistenti trovano origine in un lasso di tempo che non supera i trent’anni, ovvero dal secondo dopoguerra alla metà degli anni Settanta. In quegli anni si è costruito in Italia più che in tutti i secoli precedenti e molto di più che nei decenni più vicini a noi.

Il risultato più macroscopico è che attualmente oltre il 78% del costruito in Italia precede l’emanazione della prima legge sul contenimento del consumo energetico (la legge 373 del 1976). Un dato che spiega bene il perché, di fronte all’esigenza di adottare politiche green, l’attenzione del Governo si sia concentrata sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, con provvedimenti “pesanti” come il ben noto Superbonus 110%. 

Ci si potrebbe attendere che un’analoga attenzione, specie dopo l’emergenza Covid e l’esperienza dei lockdown, fosse posta alla digitalizzazione, come strumento fondamentale per introdurre servizi innovativi, ma anche per assecondare lo sviluppo di un mercato del lavoro diverso, attraverso lo smart working, e persino un processo formativo rinnovato, attraverso la possibilità di affiancare alle classiche e irrinunciabili attività in presenza, altri servizi in grado di sfruttare al meglio lo strumento dell’e-learning. 

Non è esattamente così, dal momento che, al momento, tutta l’attenzione sull’infrastruttura digitale del Paese pare focalizzata sulla posa della fibra ottica e sui sistemi di integrazione della rete, come l’FWA, mentre ben poco, per ora, ha riguardato l’infrastrutturazione degli edifici.

A questo aspetto guarda invece con grande attenzione Smart Buildings Alliance for Smart Cities, un’associazione nata in Francia e presente ora anche in Italia, che sarà protagonista di SMART BUILDING EXPO 2021, sia come co-curatrice della seconda Milano Smart City Conference, che punterà sull’integrazione Building-City, sia nel presentare al pubblico degli specialisti un processo di certificazione delle prestazioni “digitali” di un edificio, ben noto in Francia col nome R2S, ovvero “Ready to service”, la cui versione italiana sarà presentata in anteprima proprio a Milano a novembre. 

Smart Buildings Alliance crede fortemente, infatti, che la strada da intraprendere, sfruttando il cambiamento epocale della rete dal rame alla fibra, sia quella di avere in Italia sempre più edifici certificati “ready to service”, ovvero dotati di quella infrastruttura proprietaria che opera in una logica affine a quella dell’edge computing, tale cioè da assicurare che l’elaborazione dei dati avvenga il più vicino possibile a dove i dati vengono richiesti. Si tratta di un cambio di paradigma importante, che ridisegna l’architettura di rete e dove la rete “pubblica” si deve limitare a connettere edifici dotati di risorse autonome, anche in termini di elaborazione dati. Soltanto così, infatti, sarà possibile assecondare e non rincorrere lo sviluppo tecnologico e, per molti versi, aumentare la sicurezza della rete, che nel cloud ha uno dei suoi punti di debolezza.

smartbuildingsalliance.it

[ssba]