Dazi e nuovi mercati: il ruolo fondamentale delle fiere internazionali

La più che probabile contrazione dell’export nazionale verso il mercato USA, determinato dalla politica dei dazi voluta dall’amministrazione Trump, ha messo le ali a tutti i progetti di internazionalizzazione su mercati alternativi. Molto attiva in tal senso la Farnesina, che ha già avviato numerosi rapporti bilaterali con i Paesi che segnano tassi di crescita importanti nell’import di prodotti Made in Italy.

La strategia del Ministero degli Esteri prevede missioni istituzionali, missioni commerciali, supporto finanziario all’export e accordi con catene distributive internazionali e piattaforme digitali, ma anche un rafforzamento delle attività fieristiche con profilo internazionale, con l’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di export extra UE (partendo dai 623 del 2024).

Tra i mercati che apprezzano in misura crescente il Made in Italy figurano l’Arabia Saudita, il Vietnam, la Turchia, gli Emirati Arabi, la Serbia, le Filippine, il Brasile, ma anche Paesi industrializzati come Regno Unito, Svizzera, Giappone e Canada.

In questo scenario geopolitico, assumono particolare importanza iniziative come MIBA e SBE, che grazie alla massiccia presenza di buyer esteri consentono alle imprese italiane di approcciare nuovi mercati a costi contenuti.

SBE ha infatti ottenuto nel 2023 il riconoscimento di evento di rilevo internazionale e Fiera Milano con ICE è già all’opera per selezionare il buyer esteri che saranno ospitati a Milano in occasione della Fiera. Ricordiamo che già nel 2023 MIBA ha ospitato operatori provenienti da 111 Paesi del mondo e ha ospitato oltre 450 buyer esteri con elevata capacità di spesa.

Una ragione in più per non mancare all’evento dell’anno dedicato alla home and building automation e alla twin transition del patrimonio edilizio.

[ssba]